Ogni anno migliaia di persone si recano in pellegrinaggio a Teggiano per conoscere il borgo natio del monaco Cono, visitare i luoghi della città del Santo e recitare una preghiera nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore, dove riposano le spoglie terrene del Santo Cono.
Per chi vuole visitare Teggiano e seguire un percorso dedicato a San Cono, protettore della città e della Diocesi di Teggiano – Policastro, ecco le opere principali da vedere.
Obelisco di San Cono
L’Obelisco di San Cono è il simbolo della piazza principale di Teggiano. Fu eretto dopo il terremoto del 1857 a devozione del Santo per aver risparmiato la città dalla terribile scossa che fece tante vittime in tutto il Vallo di Diano.
“Obelisco di San Cono”
“Statua di San Cono sull'Obelisco”
La Cattedrale di Santa Maria Maggiore
San Cono riposa nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore. La tomba del Santo è ospitata nella Cappella centrale della navata sinistra. Qui si trova la statua di San Cono dormiente e tre dipinti contenenti raffigurazioni del Santo.
La navata laterale destra ospita una Statua lignea di San Cono attribuita a Domenico Di Venuta.
All’ingresso, il portone bronzeo dell’artista Edoardo Filippo, è decorato con episodi della vita di San Cono.
Cappella di San Cono - Cattedrale S. Maria Maggiore
Dettaglio Cappella di San Cono
Chiostro della Santissima Pietà
Nel Chiostro della Chiesa della Santissima Pietà è possibile ammirare un ritratto in affresco del Santo, al suo fianco iscrizioni latine che riportano il suo nome.
Affresco S. Cono - Chiostro della Santissima Pietà
Affresco - Chiostro della Santissima Pietà
Chiesa della Santissima Annunziata
Nel piccolo vano collegato alla navatella laterale della Chiesa dell’Annunziata vi sono importantissime e pregevoli tracce d’affresco. Tra i vari santi e personaggi ritratti è possibile scorgere una figura ben conservata del patrono di Teggiano.
Affresco S. Cono - Chiesa della Santissima Annunziata
Museo del Santo Cono
Nel Museo di San Cono sono custoditi quadri, manifesti, paramenti sacri e libri che tracciano un esauriente e toccante profilo del monaco Cono. Il museo è gestito dal sig. Biagio Gangone, curatore della mostra permanete dedicata al Santo. Per vistare il Museo basta contattarlo. Lo trovate sempre nel tabacchino difronte al Museo di San Cono.
La traslazione delle spoglie di S. Cono - Museo di S. Cono
Abito di S. Cono - collezione Museo di San Cono
Piccola biografia di San Cono
Incerta è la data di nascita del Santo, ma la storiografia è concorde nell’indicare la fine del XII secolo come possibile periodo di nascita di Cono da Teggiano.
Nato a Diano, antico nome di Teggiano, da Bernardo e Igniva della facoltosa famiglia degli Indelli (o Mandelli o De Indella), Cono lasciò dietro di sé, durante il corso della sua breve vita, testimonianza di santità.
Le varie agiografie del santo non parlano molto della sua infanzia: è comunque ragionevole ritenere che egli fosse stato indirizzato dal padre a prenderne il suo posto negli affari della famiglia. Cono però, era poco interessato alla fama, al prestigio terreno e ai beni materiali. Nel suo cuore, fin da piccolo, ardeva forte un desiderio di spiritualità, una volontà di donarsi pienamente a Dio.
Così appena adolescente scappa di casa con l’idea di rinunciare alle ricchezze ed agli onori del suo casato e si rifugia nel Monastero Benedettino di Santa Maria di Cadossa per dedicarsi ad una vita povera, casta e obbediente.
Quando i genitori si accorsero della sua scomparsa si misero subito sulle sue tracce e cercandolo in ogni dove, lo rintracciarono nel Convento Benedettino di Montesano sulla Marcellana, paese limitrofo a Teggiano.
Giunti al monastero Bernardo ed Igniva implorarono l’Abate chiedendo la restituzione del loro giovanissimo erede.
Cono, quando seppe dell’arrivo e delle intenzioni dei genitori, per fuggire alle loro richieste lasciò la cella e si rifugiò nelle cucine del monastero, nascondendosi in un forno acceso e dai carboni ardenti.
L’Abate, cercò Cono in ogni angolo del monastero, senza trovarlo e mentre stava per licenziare i poveri genitori, volse lo sguardo verso il forno e scorse Cono, illeso tra lo scoppiettio delle forti fiamme che ardevano nel forno a legna del Convento.
Igniva e suo marito, dinanzi a quel prodigio, scorsero un presagio divino e dopo aver lodato il Signore per aver salvato il figlio, gli concessero il permesso per rimanere al Convento e iniziare la vita monastica, guidata dalla preghiera benedettina “Ora et labora”.
Alla soglia dei 18 anni, all’alba del 3 giugno, il monaco Cono lasciò prematuramente la vita terrena proprio nel Monastero Benedettino di Santa Maria di Cadossa.
La sua santità fu riconosciuta ufficialmente e solennemente il 27 aprile del 1871.
Il monastero di Santa Maria di Cadossa conserva ancora oggi il forno in cui si rifugiò il Santo di Teggiano.
La traslazione delle spoglie
Nel 1261 scoppio un’aspra contesa tra i paesi di Padula e Teggiano sulla custodia dei resti mortali del Santo Cono, allora sepolto nel Convento di Santa Maria di Cadossa a Montesano sulla Marcellana.
Entrambi i paesi ne reclamavano la custodia. Così, per sedare la disputa si decise di lasciare la decisione “alla volontà di Dio”: un carro trainato da due buoi, senza guida alcuna, avrebbe trasportato le spoglie del Santo.
Sarebbe stata la provvidenza divina a decidere la sorte dei resti i resti mortali del santo.
La tradizione narra che il carro senza cocchiere partito dal Convento di Cadossa si diresse verso Teggiano. Alle porte della città, quella della SS.ma Annunziata, i buoi sfiniti stramazzarono al suolo.
Fu così che il monaco Cono rientrò nella sua Teggiano.
A ricordo del prodigio fu eretta e tutt’ora esiste, una colonna di pietra sormontata da una croce. Era il 27 settembre 1261 e da allora San Cono fu proclamato Patrono e Protettore di Diano.
I miracoli di San Cono
Sono vari i miracoli narrati dalla tradizione, così come le varie apparizioni.
1497. Si racconta che durante l’assedio di Teggiano da parte degli aragonesi, fu proprio il Santo a proteggere la città. Durante la battaglia, infatti, un monaco fu visto “respingere i proiettili senza che verun danno ne soffrisse la città”. A seguito dell’apparizione venne stipulato il trattato di pace tra i Sanseverino e il re.
1600. Si racconta che le preghiere e le invocazioni dei fedeli al Santo allontanarono la peste dalla città di Teggiano.
1857. In seguito all’evento catastrofico che colpì molti comuni del Vallo di Diano, San Cono fu visto apparire per salvare la città di Teggiano dal terremoto. Proprio in seguito a questo evento, i cittadini promisero di far erigere un obelisco dedicato al santo, che oggi domina la piazza del paese.
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