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Cattedrale di Santa Maria Maggiore

Le principali opere d’arte della Cattedrale 

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La Cattedrale di Santa Maria Maggiore, situata sulla centrale piazza San Cono, è chiesa cattedrale della diocesi di Teggiano – Policastro. Dal 1261 ospita le venerate spoglie del monaco Cono, successivamente dichiarato santo e patrono della città.

Le sue origini sono remote, affondano forse ai primi secoli dell’era cristiana, è certo che dall’alto medioevo in poi assunse un ruolo di grande importanza nell’organizzazione ecclesiastica territoriale.

Le prime notizie certe risalgono al 1146, quando Giovanni Vescovo di Capaccio, la scelse quale luogo di sepoltura.

Nel ‘200 la chiesa subì una sostanziale opera di miglioramento voluta da Ruggero Sanseverino e continuata da suo figlio, Tommaso II. Altri interventi di restauro si susseguirono nel corso dei secoli.

 

In pieno XIX secolo, nel periodo immediatamente successivo al forte terremoto del 1857, la struttura fu parzialmente ampliata. In quell’occasione venne riabbellita, risistemata, ornata e furono realizzati la sagrestia e l’attuale transetto.

Le opere d’arte della Cattedrale di Santa Maria Maggiore

L’ingresso della Cattedrale di Santa Maria Maggiore è ornato da un pregevolissimo portale scolpito in pietra da Melchiorre da Montalbano, scultore attivo nella seconda metà del 1200. L’opera ha una struttura particolarmente complessa, con un arco a tutto sesto sovrastato da un timpano. Di grande effetto è l’architrave, decorato con motivi vegetali ritorti.

Dell’artista Edoardo Filippo è il portone bronzeo all’interno del quale sono rappresentati episodi della vita di San Cono.

L’interno della chiesa presenta quattro sepolture di notevole valore storico e artistico. Due di queste sono collocate ai lati dell’ingresso principale.

Sulla sinistra riposa Orso Malavolta, medico senese morto nel 1488. Il defunto appare disteso, rivestito di abiti dalla foggia tipicamente rinascimentale, sopra di lui ci sono tre angeli e lo stemma di famiglia, sotto una Vergine con Lattante del latte dall’espressione particolarmente dolce.

Dall’altro lato dell’ingresso è posizionato, invece, il monumento funebre di Enrico Sanseverino realizzato nel 1336 da Tino di Camaino. Il sarcofago, che poggia su sottili colonne tortili, mostra immagini scolpite di apostoli. Sul coperchio è ritratto, dormiente, il conte Enrico in abito da crociato. Più in alto un suggestivo gruppo scultoreo che raffigura la presentazione del defunto alla Madonna.

Un’altra sepoltura, che si vuole opera di Francesco da Sicignano, è posizionata al termine della navata di destra. Vi si deposero al tempo le spoglie del primo vescovo di Diano, Valentino Vignone, morto nel 1857.

L’opera, però, è molto più antica e fu infatti realizzata nel 1472 per il militare dianese Stasio D’Heustasio. La cassa è sorretta da tre statue rappresentanti le virtù teologali, sul coperchio Stasio dorme con il suo cane accucciato ai piedi.

Sul lato opposto, infondo alla navata sinistra, è collocata infine la tomba di Nicola Schipani, che presenta più di qualche affinità con quella di Stasio.

Tra le opere scultoree presenti nella cattedrale presentano una menzione anche il fonte battesimale cinquecentesco, situato a destra dell’ingresso principale, la statua dell’Assunta posta sopra l’altare maggiore e realizzata nel 700 da Giacomo Colombo e il bel portale laterale che porta la data del 1509.

La cattedrale di Santa Maria maggiore conserva anche interessanti testimonianze pittoriche. Due di esse, entrambe databili tra la fine del 500 e l’inizio del 600, sono collocate nel transetto. Sull’altare laterale destro una Circoncisione di Gesù, sull’altare opposto una Vergine del Rosario.

Il Pulpito scolpito da Melchiorre da Montalbano

A pochi metri c’è poi quella che è la più conosciuta delle opere d’arte custodite in Cattedrale, il pulpito in pietra realizzato nel 1271 da Melchiorre da Montalbano.

Lo sorreggono quattro colonne lisce alle quali se ne aggiunge una quinta tortile, quest’ultima poggia su una figura rappresentante un leone. Nel parapetto sono scolpiti i simboli degli evangelisti, mentre sono meno semplici da definire le figure sopra gli archi trilobati.

Sul lato sinistro del pulpito compaiono una Eva in atto di velarsi e Adamo che la indica con fare accusatorio. Tra di essi è presente una iscrizione latina che, al rovescio, si legge “decepit me”, parole pronunciate da Eva nella traduzione latina del libro della genesi e che vogliono dire “mi ha ingannato”.

Nel prospetto frontale del pulpito, invece, sono presenti un leone e un cervo. L’elemento detto lettorino mostra, invece, un’immagine abbastanza ricorrente nell’arte medievale, ovvero, l’aquila che afferra tra gli artigli una lepre, simbolo della lussuria. In questo caso l’autore vi ha aggiunto una figura umana che cerca, non senza sforzo apparente, di trattenere la lepre.

La Cappella di San Cono

La Cappella di San Cono, al centro della navata di sinistra, è arricchita da tre dipinti tutti presumibilmente ottocenteschi che hanno per soggetto il patrono di Teggiano. Uno di questi, intitolato Madonna con San Cono, è posto sopra l’altare nel quale, dentro una teca di vetro, è custodita una statua del Santo addormentato. Alla destra di chi accede alla cappella vi è, infine, una nicchia con grata dentro la quale sono conservate le spoglie del patrono.

Architettura ed accessibilità

L’ingresso principale della Cattedrale di Santa Maria Maggiore è separato dal livello del suolo da cinque gradini in pietra che vanno progressivamente riducendosi di dimensione.

L’interno ha una struttura a tre navate con ampio transetto. Un doppio colonnato separa la navata principale dalle due minori. Su ciascuna di esse, dal lato più vicino all’ingresso, si aprono tre cappelle laterali che variano per forma e dimensione. Tutte le cappelle sono leggermente sollevate dal suolo per mezzo di scalini, fatta eccezione per quelle più prossime all’ingresso che presentano balaustre con passaggi centrali o grate di separazione.

Le navate laterali sono solitamente sgombre da banchi o sedie, anche se inginocchiatoi, piante ornamentali, sporgenze di confessionali e opere scultoree possono comunque rappresentare ostacoli.

La navata centrale, invece, è costantemente occupata da due file di banchi che lasciano al centro un comodo corridoio di passaggio.

Le navate terminano con una rampa di tre gradini che porta al transetto, all’estremità del quale sono posizionati due altari laterali.

Al presbiterio si accede superando altri due gradini. Qui è collocata una mensa eucaristica di recente fattura,  sopra l’ultima rampa di tre scalini, l’altare maggiore.

Tutte le opere riprodotte in foto sono di proprietà della Diocesi di Teggiano – Policastro. Tutti i diritti sono riservati ed è vietata ogni forma di riproduzione. Le foto presenti nel portale sono state autorizzate dalla Diocesi di Teggiano – Policastro con autorizzazione del 15.02.2022.

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