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Chiesa di San Benedetto

Le opere d’arte della Chiesa di San Benedetto

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Le monache benedettine giunsero nell’antica Diano già nel tardo Medioevo, dapprima trovarono dimora nel complesso della Santissima Pietà; quindi, per volere del Principe Antonello Sanseverino, si trasferirono in un palazzo già appartenuto all’ arcidiacono Guglielmo Rossi, il Vicinato della Trinità.

Col passare dei secoli, le monache vollero dotarsi di un’aula sacra più grande e più bella di quella utilizzata fino ad allora. La nuova chiesa, posta sotto il titolo di San Benedetto, fu consacrata nei primi anni del 700.

Le opere d’arte

Davvero superbo l’altare maggiore, che unisce l’intarsio marmoreo alla bellezza della pietra di Teggiano. Nel 1766 il monastero ne affidò la realizzazione a Giovanni La Maida, noto maestro marmorario. Di particolare interesse la parte inferiore dell’opera, quella che in linguaggio tecnico viene definita paliotto, al centro della quale spicca un bassorilievo raffigurante i santi Benedetto e Scolastica.

La parte alta dell’altare ospita invece tre statue lignee settecentesche provenienti dalla nota bottega napoletana dei Picano, al centro un’Immacolata, un San Giuseppe sul lato sinistro e un San Giovanni Battista, su quello destro.

La parete alle spalle dell’altare è decorata con affreschi databili al diciottesimo secolo, riportati solo recentemente alla luce. In essi, un’apoteosi di Santi e Sante benedettine celebra le glorie dell’ordine.

In alto a sinistra è posizionata Santa Scolastica che regge un crocifisso e un bastone pastorale, simbolo della sua autorità di badessa.

Più sotto l’immagine di due monaci, uno dei quali, forse lo stesso San Benedetto, abbraccia un crocifisso con espressione statica.

Sull’altro lato della parete, sotto un ritratto di Santa Gertrude, è invece dipinta la decollazione di un monaco. È ipotizzabile che si tratti di San Placido, discepolo di San Benedetto, cui un’antica leggenda attribuiva questa forma di martirio.

La chiesa di San Benedetto custodisce anche altre opere pittoriche di notevole interesse, sul primo altare di destra è collocata infatti una grande tela, probabilmente seicentesca, vi è raffigurata la scena evangelica del “Noli me tangere”, parole latine, che significano non toccarmi o non trattenermi, che il Cristo appena risorto rivolge alla Maddalena.

L’altare laterale opposto ospita invece una Madonna del Carmelo tra Sant’Anna ed una Santa in abito Benedettino, probabilmente Santa Scolastica o Santa Gertrude.

Un’ulteriore immagine di San Benedetto, dal segno decisamente meno raffinato, è poi dipinta nel controsoffitto della navata. Il fondatore dell’ordine è rappresentato in cielo, circondato dagli angeli, dal Cristo e dall’Eterno Padre.

Sull’altare di fondo a destra è ospitato entro una nicchia San Cono, rivestito degli abiti benedettini, opera scultorea del diciottesimo secolo.

Da non perdere, infine, i resti di affreschi che ornano la sala dei confessionali, anche se di essi rimangono al momento solo poche tracce.

Nella nicchia, proprio sopra la grata, è stato recuperato di recente uno splendido ritratto di Santa in abito monastico, forse Santa Chiara, che si vuole cinquecentesco e dallo sguardo particolarmente intenso e suggestivo. Accanto ad essa, tre riquadri ricchi di colori, dentro i quali sono raffigurati un San Giorgio nell’atto di uccidere il Drago, una Madonna tra Santi e una Santa Sofia, immersa in un paesaggio agreste.

Architettura ed accessibilità

Una rampa di 9 gradoni con parapetti laterali conduce dal livello del suolo fino all’ingresso della Chiesa, che presenta a sua volta una soglia leggermente sopraelevata.

Il portale in pietra è un autentico piccolo capolavoro di arte scultorea, esso reca la data del 1726, ma è probabile che in parte sia stato realizzato in epoche precedenti. Al suo interno la Chiesa presenta un ambiente unico in forma di Aula, ciascuna delle pareti laterali è dotata di due altari laterali poggiati su piattaforme che sporgono di circa un metro.

Solitamente lo spazio centrale è completamente vuoto, non occupato da banchi o sedie.

Un gradino separa questa unica navata dalla zona del Presbiterio, dove spicca il bell’altare maggiore settecentesco posto sopra una rampa di 3 gradini.

Ponendosi di fronte ad esso, sul lato destro si nota un passaggio che dà in un ambiente più piccolo, questa è la cosiddetta sala dei confessionali, luogo intermedio tra Chiesa e clausura, utilizzato dalle monache anche per partecipare alle funzioni religiose.

Sul lato opposto rispetto all’ingresso è ancora posizionata la grata, con il piccolo sportello centrale, che veniva aperto per permettere alle religiose di ricevere l’eucarestia.

Tutte le opere riprodotte in foto sono di proprietà della Diocesi di Teggiano – Policastro. Tutti i diritti sono riservati ed è vietata ogni forma di riproduzione. Le foto presenti nel portale sono state autorizzate dalla Diocesi di Teggiano – Policastro con autorizzazione del 15.02.2022.

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